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Ci hanno mentito, nella migliore delle ipotesi pro bono pacis, ma il "risorgimento", così come ci è stato tramandato, non è mai esistito. La legione compiacente degli storici, saliti sul carro del vincitore, ancor oggi ci parla di un glorioso "risorgimento", votato al successo, di guerre di indipendenza popolari, di una nazione fiera di aver guadagnato col sangue dei suoi martiri, l'unità della penisola. Un imbroglio, un vero imbroglio, ripetuto mille volte per placare gli animi, per dare un senso patriottico all'impresa, per paludare con i simboli della libertà, del riscatto politico, dell'unità, una conquista militare che costò lacrime e sangue. Questo imbroglio è all'origine del "difetto di patriottismo" che affligge da sempre il nostro paese e che ci spinge ad aver così poca considerazione per la classe politica che ci governa, così poca fiducia nella magistratura e così poco rispetto per le istituzioni che ci amministrano, considerate, spesso, avulse se non contrarie ai nostri stessi interessi.